Dicono di noi

Tra castelli e trincee

di Matteo Guidorizzi

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Gli ulivi si trovano in una piccola e stretta valle che da nord a sud raggiunge il Piave, tra i castelli di Collalto e Susegana.

La collina sul lato est è molto accidentata, tutta boscosa e selvatica, invece sul lato ovest le disagevoli pendenze consentono comunque la coltura degli olivi, mentre sul pianoro in alto ci sono le vigne.

I terreni sono sassosi, ben soleggiati, arsi ma forniti di sistema irriguo.

La signora Maria Rosa, moglie di Luciano, ci accompagna tra gli ulivi piantati da loro e ci mostra le trincee occupate dagli austriaci nella sinistra Piave durante la Grande Guerra, le piazzole, l’imbocco di un sistema di gallerie militari nel monte, ci parla dei molti morti che ci sono stati in questi luoghi.

A esorcizzare pensieri di morte ci soccorrono le api delle arnie aziendali che portano la vita tra i primi piccoli fiori di calicanto, fra i cespugli di rosmarino che già fioriscono in questa oasi di silenzio e pace.

E pur sempre simboli di pace sono i 480 olivi di frantoio, grignano, leccino, pendolino, maurino e leccio del corno, aggrappati sulle balze ben ventilate dove – in 15 anni – non è mai stato necessario trattare contro la mosca olearia.

Questo è uno dei rarissimi luoghi in Veneto dove si è fatto un discreto raccolto nel 2021, anno di alternanza produttiva, gelo primaverile e siccità.

Per la frangitura ci si affida a un moderno Pieralisi della vicina Cooperativa Tapa Olearia, tutto entro le due ore dal raccolto.

Il Riva Jacur ha profumo erbaceo, di tarassaco, con leggere note agrumate di limoncella, un amaro deciso (record per gli antiossidanti polifenoli a 575 mg/kg) e un piccante piacevole e persistente.

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